PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA: OBIETTIVI E MISURE
Abbiamo già citato più volte il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in articoli precedenti dedicati alle misure di sostegno attualmente in vigore per le imprese.
Le risorse del PNRR, infatti, sono collegate e complementari rispetto ad altri finanziamenti e contributi pubblici, come quelli previsti, ad esempio, dalla Legge di Bilancio 2022 di cui abbiamo ampiamente discusso.
Ma che cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quali sono i suoi obiettivi e in quali settori prioritari investe? Lo vediamo in questo articolo, in modo semplice e concreto.
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è
Partiamo dall’inizio. Per arginare le conseguenze negative della pandemia da Covid 19 sull’economia dell’Unione Europea e su quelle dei singoli stati membri e favorire la ripresa, la Commissione Europea ha istituito il fondo Next Generation EU.
Si tratta di un nuovo strumento inteso non solo a stimolare il recupero economico, ma anche a promuovere la trasformazione dell’economia europea in senso più sostenibile, digitale, tecnologicamente avanzato e inclusivo.
Le risorse stanziate, con un innovativo meccanismo di condivisione del debito che vede la partecipazione delle istituzioni europee e dei singoli stati, ammontano a oltre 800 miliardi di euro in sei anni.
Per accedere ai fondi stanziati ciascuno stato membro, Italia compresa, è chiamato a predisporre un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che deve contenere un pacchetto di riforme economiche, giuridiche e sociali e un programma di investimento centrato su alcuni obiettivi prioritari comuni a tutti gli stati.
Più nel dettaglio, il piano deve:
- dedicare almeno il 37% delle risorse stanziate a interventi a favore della transizione verde e della biodiversità e almeno il 20% a investimenti per promuovere la digitalizzazione nel settore pubblico e privato.
- essere coerente con altri documenti programmatici e di indirizzo negoziati con le istituzioni UE. Ad esempio, con i programmi nazionali di riforma, i piani nazionali per l’energia e il clima, i piani territoriali per una transizione giusta, i piani nazionali per l’attuazione della Garanzia Giovani.
- indicare in modo dettagliato le misure e gli interventi attraverso cui intende sostenere la crescita, mitigare le conseguenze della crisi attuale e promuovere la parità di genere e le pari opportunità.
- identificare con precisione gli obiettivi da raggiungere, opportunamente quantificati in termini numerici.
- definire un calendario in cui si indicano le tempistiche per l’attuazione delle riforme e degli interventi previsti, da completare al massimo entro agosto 2026.
- Spiegare nel dettaglio come verrà monitorato l’effettivo raggiungimento dei risultati.
Nel caso italiano, le risorse stanziate ammontano a 191,5 miliardi di euro in poco meno di sei anni: ciò significa che il nostro paese è il primo beneficiario del fondo Next Generation EU a livello europeo.
A tale stanziamento, già ingente, si aggiungono risorse complementari messe a disposizione dallo stato italiano per altri 30,6 miliardi di euro in sei anni.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato presentato ufficialmente dal Governo italiano alle istituzioni europee il 30 aprile 2021. L’approvazione definitiva è arrivata il 13 luglio 2021, dando il via all’attuazione operativa degli interventi previsti.
Gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il nome che il nostro paese ha deciso di attribuire al proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è senz’altro evocativo. Il documento approvato, infatti, si chiama “Italia Domani”.
Come abbiamo visto, il PNRR persegue l’obiettivo generale di favorire una crescita economica più solida, inclusiva e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Tra gli obiettivi specifici citati dal Governo ci sono la coesione territoriale, la riforma e l’efficientamento della Pubblica Amministrazione, il sostegno alla modernizzazione delle imprese e alla loro crescita sui mercati internazionali, la transizione ecologica e la crescita dell’occupazione.
Un piano di intervento così articolato, nato per gestire risorse tanto ingenti, però, ha bisogno di una struttura definita, fin dall’identificazione dei propri obiettivi. In generale, tutti i PNRR in corso di attuazione negli stati membri sono articolati secondo le priorità seguenti:
- transizione verde e green economy;
- digitalizzazione in tutti i settori;
- crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, secondo le politiche che l’UE persegue ormai da quasi un decennio;
- promozione della salute e della resilienza economica e sociale, per migliorare la capacità di risposta alle crisi future.
Tali obiettivi sono articolati in modo più dettagliato nell’ambito di sei “Missioni”, che rappresentano l’ossatura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le esamineremo una ad una nel prossimo paragrafo.
Agli obiettivi specifici di settore si accompagnano tre priorità trasversali che interessano tutte le misure del PNRR. La prima è l’attenzione a giovani e bambini: invertire il trend di denatalità, investire nelle nuove generazioni, assicurare un accesso equo e diffuso ai servizi per l’infanzia e migliorare il sistema di istruzione e formazione.
La seconda priorità trasversale è la parità di genere, attraverso riforme e investimenti mirati per assicurare le stesse opportunità a uomini e donne in ambito lavorativo, economico, formativo e sociale.
La terza priorità, infine, è la riduzione del divario sociale ed economico tra aree geografiche dello stesso paese, anche rafforzando gli interventi a sostegno delle categorie più fragili, come ad esempio anziani e disabili.
Le sei missioni in dettaglio
Veniamo ora alle sei missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui si sente parlare così spesso in questi ultimi mesi.
Potremmo definirle come le linee strategiche di sviluppo degli investimenti previsti dal PNRR. Si tratta di aree tematiche che in parte si sovrappongono agli obiettivi specifici e alle priorità trasversali di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, anche se la corrispondenza non va intesa in termini assoluti.
Senza dubbio, presentarle in dettaglio significa fornire a cittadini e imprese una panoramica più completa di come verranno allocati i fondi disponibili. Ciascuna missione, infatti, si struttura in più componenti (sedici in totale per le sei missioni previste da piano), che articolano e definiscono in modo operativo le linee di azione e il tipo di interventi che saranno finanziati.
La Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” con una dotazione di 40,73 miliardi, supporta la transizione digitale e la modernizzazione della pubblica amministrazione, delle telecomunicazioni, delle imprese. Grazie agli interventi previsti, tutto il territorio italiano sarà coperto dalla banda ultra larga e le filiere produttive aumenteranno la loro competitività, anche all’estero. La Missione 1 prevede infatti tre componenti:
- Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella pubblica amministrazione;
- Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
- Turismo e Cultura 4.0.
Con una dotazione di 59,33 miliardi la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, coerentemente con il Green Deal italiano ed europeo, supporta l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, investe nelle energie rinnovabili, anche nella fase di ricerca e promuove la mobilità sostenibile, specialmente per quanto riguarda il trasporto pubblico. Inoltre, favorisce la riduzione dei consumi tramite l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati e incoraggia la fruizione intelligente e sostenibile delle risorse naturali, con particolare attenzione all’acqua. La Missione 2 è strutturata in quattro componenti:
- Economia circolare e agricoltura sostenibile;
- Energia rinnovabile, idrogeno, mobilità sostenibile;
- Efficienza energetica degli edifici e riqualificazione;
- Protezione del territorio e delle risorse, acqua in primis.
La Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, con un budget di 25,13 miliardi, rafforza e amplia l’alta velocità ferroviaria a livello nazionale e potenzia la rete ferroviaria regionale, specie dal punto di vista della sicurezza e dell’efficienza, con particolare attenzione alle regioni del sud. Previsto anche il potenziamento dei porti e dell’intermodalità. La Missione 3 si e si articola in 2 componenti:
- Investimenti sulla rete ferroviaria;
- Intermodalità e logistica integrata.
La Missione 4 “Istruzione e ricerca”, con una dotazione di 30,88 miliardi, investe su scuola, università e ricerca. In particolare, gli interventi tutelano il diritto allo studio e rafforzano la capacità delle famiglie di investire sulla formazione dei propri figli a tutti i livelli. Sono previsti anche interventi per il supporto alla ricerca di base e alla ricerca applicata, in particolare attraverso il sostegno al trasferimento tecnologico alle imprese. Le componenti della missione 4 sono due:
- Potenziamento dell’offerta di servizi di istruzione;
- Trasferimento tecnologico dalla ricerca all’impresa.
La Missione 5 “Inclusione e coesione”, con uno stanziamento pari a 19,8 miliardi, investe in diversi ambiti, dalle politiche attive del lavoro alla formazione, fino all’imprenditoria femminile. Sono inoltre previsti interventi per sostenere i servizi a supporto delle famiglie, della comunità e del terzo settore, oltre a misure nelle aree della disabilità, dell’housing sociale e della coesione territoriale. Le componenti principali sono tre:
- Politiche per il lavoro;
- Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore;
- Interventi speciali per la coesione territoriale.
La Missione 6 “Salute” investe sull’ammodernamento e sull’efficientamento del Sistema Sanitario Nazionale a livello territoriale. L’obiettivo è sanare gli squilibri strutturali e le carenze che la pandemia da Covid – 19 ha fatto emergere. Lo stanziamento previsto è di 15,63 miliardi e la misura si struttura in due componenti:
- Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
- Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità da cogliere per le imprese, direttamente interessate da molti degli interventi previsti, come vedremo nel prossimo articolo in uscita. Alle differenti missioni corrispondono infatti interventi mirati e misure di finanziamento.
Vuoi saperne di più? Contatta lo staff di Capuano Associati.