Le principali misure della Legge di Bilancio
Dopo il via libera del Senato del 29 dicembre 2022, la Legge di Bilancio è diventata ufficialmente operativa confermando alcune agevolazioni già attive e proponendo nuove disposizioni in materia fiscale.
Ma qual è lo scenario economico che le imprese italiane vivranno quest’anno?
In questo articolo andremo nel dettaglio della legge di bilancio, evidenziando le principali proroghe e novità che coinvolgono tutte le attività delle aziende italiane.
LE MISURE DELLA LEGGE DI BILANCIO
Il testo della Legge di Bilancio, definitivamente approvato anche in Senato, conferma alcune delle più importanti agevolazioni fiscali già in atto nel 2022 e che hanno permesso alle imprese italiane di riprendere il terreno perso durante i lockdown.
In un precedente articolo abbiamo già discusso alcuni temi caldi che emergevano dal disegno di legge e proprio tali argomenti hanno trovato un appoggio positivo in Parlamento, tanto da essere confermati nel voto definitivo.
Tra queste, le più importanti per le PMI sono:
- La conferma del credito d’imposta relativo al costo sostenuto per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale nel primo trimestre 2023, per le imprese energivore e non energivore, gasivore e non;
- La riforma del regime forfettario con innalzamento del limite dei ricavi e compensi da 65.000€ a 85.000€ e la relativa applicazione dell’imposizione fiscale al 15%;
- La proroga fino al 31 dicembre del Bonus Sud e conferma del Bonus ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno per tutto il 2023;
- Lo spostamento del termine a fine settembre per il completamento degli investimenti in beni strumentali 4.0 prenotati entro il 31 dicembre 2022.
Oltre agli aiuti previsti per le imprese, la nuova manovra ha individuato sostegni economici per le famiglie e per i dipendenti con lo scopo di dare una scossa all’intera economia italiana e alla sua società.Ma vediamo nel dettaglio le singole misure economiche previste dalla manovra per le imprese del nostro tessuto economico e industriale.
CREDITO D’IMPOSTA IMPRESE ENERGIVORE, GASIVORE E NON
La legge di bilancio conferma il credito d’imposta previsto per le Pmi gasivore, energivore e non, che si trovano in difficoltà a causa dell’incremento dei costi energetici e del gas avvenuti nell’ultimo periodo (leggi qui il nostro articolo dedicato a tale agevolazione).
La nuova manovra prevede che il cosiddetto Bonus Energia, già attivato per tutto l’anno scorso, venga applicato anche per i costi sostenuti nel primo trimestre 2023.
La novità che viene espressa nel documento appena approvato, riguarda l’aumento della percentuale del credito d’imposta di cui le aziende potranno usufruire e che verrà così applicato:
- Uno sgravio fiscale del 45% per le PMI energivore che abbiano sostenuti costi energetici nel primo trimestre 2023;
- Un credito d’imposta del 35% dei costi sostenuti per le imprese dotate di contatori di energia elettrica con potenza pari o superiore a 4,5 kW, diverse dalle energivore;
- Uno sgravio fiscale del 45% del costo per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023 per le imprese gasivore e non.
I crediti d’imposta del Bonus Energia potranno essere usufruiti in compensazione o ceduti entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
LE NOVITA’ DEL REGIME FORFETTARIO
L’approvazione della legge di bilancio porta una novità molto importante nell’applicazione del regime forfettario: esso infatti potrà essere richiesto anche dalle partite Iva con ricavi e compensi non superiori agli 85.000€.
Il particolare regime fiscale del 15% infatti sarà attivato anche alle imprese che possiedono ricavi superiori ai 65.000 euro (limite massimo precedente alla manovra) senza dover passare al regime ordinario e subire una tassazione maggiore.
Tale novità permetterà a molti imprenditori di piccole e medie dimensioni di sostenere un carico fiscale più equo rispetto al precedente, che prevedeva un’imposizione più alta molto simile alle aziende di grandi dimensioni.
Inoltre questo consentirà alle PMI di avere a disposizione maggiori risorse economiche da investire nella propria attività, recuperando liquidità non spesa per le imposte sostenute.
La disposizione della legge di bilancio relativa al regime forfettario prevede anche una soglia di tolleranzain cui è possibile applicare la tassazione ridotta: infatti fino a 100.000€ di ricavi e di compensi si può rientrare nell’applicazione della percentuale del 15%.
Superata tale soglia, l’imposizione fiscale aumenta dall’anno stesso in cui sono percepiti i ricavi superiori ai 100.000€ e in questo caso l’azienda deve versare l’Iva sulle attività che hanno comportato tale incremento.
Una notizia molto apprezzata dal tessuto industriale italiano, che potrà sostenere delle imposte più basse e investire nelle attività che possono incrementare la competitività rispetto alle imprese straniere e di grandi dimensioni.
BONUS SUD E BONUS RICERCA E SVILUPPO NEL MEZZOGIORNO
Tra le agevolazioni prorogate dalla legge di bilancio 2023 c’è il Bonus Sud, un credito d’imposta previsto per l’acquisto di nuovi beni strumentali, sostenuti dalle imprese ubicate nelle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
Tale sostegno economico, che ha per oggetto gli investimenti in nuovi impianti destinati alle strutture produttive esistenti o di nuova costruzione, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 permettendo così un rimodernamento di molte imprese del Mezzogiorno.
La percentuale prevista per questo sgravio fiscale varia in base alla dimensione delle aziende richiedenti:
- È pari al 45%; se a richiederlo è una piccola impresa;
- Varia dal 20% al 35% per le aziende di medie dimensioni, in base alla loro Regione di appartenenza;
- Varia dal 10% al 25% per le imprese di grandi dimensioni, a seconda della Regione in cui sono localizzate.
Come abbiamo già affermato in un precedente articolo, il Bonus Sud è molto importante in quanto consente di acquistare nuovi beni strumentali utili per attivare un processo di rimodernamento,recuperando le risorse investite.
Inoltre con la nuova manovra è stato confermato il Bonus Ricerca e Sviluppo nel Mezzogiorno, un’agevolazione fondamentale che permette alle Pmi del Sud Italia di incrementare gli investimenti in innovazione e usufruire di un credito di imposta pari:
- Al 25% del costo sostenuto per le imprese di grandi dimensioni;
- Al 35% delle spese sostenute per tali investimenti per le medie aziende;
- Al 45% per le piccole imprese che investono in ricerca e sviluppo.
Questi due sostegni economici consentono alle aziende come la tua di rinnovare la propria struttura produttiva, mettendosi al pari con le innovazioni tecnologiche sviluppate dalle altre imprese europee e permettono di competere in un mercato sempre più digitale e connesso.
BONUS INVESTIMENTI 4.0
La nuova manovra ha anche portato ad uno slittamento del termine, dal 30 giugno al 30 settembre 2023, per la conclusione degli investimenti sostenuti per i cosiddetti beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale previsti per l’industrializzazione 4.0.
Per accedere alla proroga del Bonus Investimenti 4.0 però, è previsto che i relativi ordini siano stati accettati entro il 31 dicembre 2022 e che entro tale data siano stati versati acconti pari al 20% del costo di tali impianti.
Se ciò non accade, l’azienda non può usufruire del credito d’imposta nelle seguenti percentuali (previste per il 2022):
- 40% del costo sostenuto per investimenti fino 2.5 milioni di euro;
- 20% per investimenti che vanno dai 2.5 milioni di euro ai 10 milioni di euro;
- 10% del costo per gli investimenti che vanno dai 10 milioni di euro ai 20 milioni di euro.
Dal 2023 al 2025 tali percentuali si abbasseranno rispettivamente al 20%, al 10% e al 5% del costo sostenuto per tali investimenti, prenotati sempre entro il 31 dicembre 2022.
Come avrai compreso tutte queste agevolazioni potranno aiutare la tua azienda a rimodernare la propria struttura produttiva, a recuperare le risorse fiscali ed economiche fondamentali per la tua attività e a ritornare competitiva nel mercato.
La legge di bilancio è molto importante per il tessuto industriale italiano perché ci prospetta lo scenario economico che potrebbe emerge durante l’anno e che porta le aziende alla maggiore produttività grazie alle risorse messe a disposizione.
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