FINANZIAMENTI PER INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE E TRANSIZIONE ECOLOGICA: IL GREEN NEW DEAL ITALIANO
Il primo febbraio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che definisce le condizioni per beneficiare di finanziamenti a progetti di ricerca e innovazione per la transizione ecologica.
In questo articolo presenteremo l’opportunità, approfondendo anche gli obiettivi e le priorità del Green New Deal promosso dal nostro paese.
Finanziamenti per la transizione ecologica: il decreto
Il decreto interministeriale approvato dal Ministero per lo Sviluppo Economico di concerto con il Ministero per l’Economia e le Finanze e pubblicato pochi giorni fa in Gazzetta Ufficiale prevede l’istituzione di una misura a lungo termine per finanziare i progetti green delle imprese.
Le risorse arrivano dal FCS – Fondo per la crescita sostenibile e dal FRI – Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca, gestito da Cassa Depositi e Prestiti. In totale, le risorse stanziate sono pari a 750 milioni di euro in due anni: la misura, infatti, resterà operativa fino alla fine del 2023.
Si tratta di un’agevolazione mista che prevede una componente di finanziamento agevolato, affiancata da una componente variabile di fondo perduto.
L’obiettivo è sostenere gli investimenti delle aziende e dei centri di ricerca in ambiti collegati alla transizione ecologica, secondo le priorità del Green New Deal italiano. A presentare i progetti possono essere:
- le imprese, di qualsiasi dimensione, che operino nei settori industriali, agroindustriali o dei servizi all’industria, incluse le imprese artigiane;
- i centri di ricerca.
Sono ammesse anche iniziative congiunte presentate da più soggetti: le spese di progetto a carico di ciascuna impresa, tuttavia, non possono essere inferiori a 3 milioni di euro. La durata dei progetti può variare da 12 mesi a tre anni.
La misura si inserisce nel quadro più ampio di una serie di provvedimenti e di misure approvati dal Governo italiano per favorire investimenti che promuovano una maggiore sostenibilità ambientale nelle imprese e nei processi produttivi. Ricordiamo ad esempio:
- Le misure previste dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione d’impresa, focus della missione 1, la transizione ecologica nel settore pubblico e privato, obiettivo della missione 2, e la mobilità sostenibile. L’attenzione all’ambiente, tuttavia, è una priorità trasversale del PNRR e viene presa in considerazione in moltissime misure, anche di missioni differenti.
- Il nuovo Fondo per il sostegno alla transizione industriale, 150 milioni di euro promuovere l’adeguamento dell’economia nazionale alle politiche UE per il contrasto al cambiamento climatico.
- Il Fondo italiano per il clima gestito da Cassa Depositi e Prestiti, con una dotazione di 840 milioni di euro l’anno fino al 2026. Il fondo investirà per sostenere progetti e piani d’azione proposti da soggetti pubblici e privati per raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale previsti dagli accordi di Parigi sul clima.
Gli ultimi due fondi sono stati introdotte di recente: ne abbiamo parlato la scorsa settimana nell’articolo dedicato ai finanziamenti per le imprese nella legge di bilancio 2022.
La misura di cui ci stiamo occupando in questa sede, invece, si riferisce espressamente al Green New Deal Italiano: vediamo meglio di cosa si tratta.
Cos’è il Green New Deal italiano
Facciamo un passo indietro e cominciamo dal principio. A fine 2019 la Commissione Europea ha presentato un ambizioso programma di azioni che hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030, partendo dai livelli del 1990. L’obiettivo finale del piano, chiamato Green Deal Europeo, è trasformare l’Unione Europea nella prima economia a emissioni zero entro il 2050.
Le azioni previste prendono in considerazione vari settori, dall’integrazione delle linee principali di approvvigionamento energetico con nuove fonti rinnovabili all’economia circolare fino alla tutela della biodiversità. Ad oggi, coerentemente con le azioni previste dal piano, l’Unione Europea ha già approvato:
- Il piano d’azione per l’economia circolare;
- La strategia europea per la biodiversità;
- La nuova strategia industriale europea;
- Il piano per l’integrazione dei sistemi energetici e per l’idrogeno.
Uno dei pilastri del piano europeo è il “Meccanismo per la transizione giusta“, un complesso sistema di finanziamenti e garanzie nato per attrarre investimenti pubblici e privati nelle aree prioritarie identificate. Il meccanismo interessa soprattutto le regioni europee più svantaggiate e quelle che hanno una forte dipendenza energetica dalle fonti fossili.
Gli stati membri sono chiamati a contribuire agli obiettivi previsti sviluppando azioni collegate a livello nazionale. È quello che il nostro paese ha iniziato a fare già con la legge di bilancio del 2020, in cui è stato inserito il piano “Green and Innovation Deal”, meglio conosciuto come Green New Deal italiano.
Erano previsti investimenti per 4,2 miliardi di euro in più anni, per sostenere investimenti pubblici e privati in tema di sostenibilità ambientale, efficientamento energetico e riqualificazione degli edifici, innovazione tecnologica.
Gli ambiti prioritari in cui si sviluppa l’azione del Green New Deal italiano sono:
- decarbonizzazione del sistema economico e promozione dell’utilizzo delle fonti di energia non fossili e rinnovabili;
- promozione dell’economia circolare, ad esempio favorendo il riuso e riciclo dei materiali come materia prima seconda all’interno dei processi produttivi e industriali;
- diminuzione dell’uso della plastica, anche attraverso il riciclo e il riutilizzo, e sostituzione dei materiali plastici con materiali alternativi;
- rigenerazione e riqualificazione urbana dei piccoli e grandi centri, favorendo la mobilità sostenibile, la creazione di aree green e una gestione più ecologicamente attenta delle comunità
- turismo green e sostenibile, un settore in crescita che è sempre più cruciale per l’economia italiana.
- adattamento al cambiamento climatico e mitigazione dei rischi collegati sul territorio, anche con azioni di prevenzione mirate.
La nuova misura di cui ci occupiamo in questo articolo sostiene progetti legati agli ambiti descritti, favorendo la transizione del sistema economico verso l’innovazione e verso una maggiore sostenibilità ambientale.
Cosa finanzia la nuova misura
Come abbiamo visto, la misura appena istituita prevede un importante stanziamento a sostegno di investimenti collegati agli ambiti prioritari del Green New Deal italiano già citati.
Le attività presentate per ciascun progetto devono portare alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al miglioramento significativo di prodotti, processi o servizi già in essere. Sono ammesse a finanziamento le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale e, solo per le PMI – Piccole e Medie Imprese, anche gli investimenti per la successiva industrializzazione dei risultati della ricerca e sviluppo.
In quest’ultimo caso, il progetto deve presentare un elevato contenuto innovativo e di sostenibilità e mirare a diversificare la produzione o a trasformare in maniera significativa l’intero processo produttivo.
Per essere ammissibili, inoltre, i progetti devono
- Essere realizzati in una o più sedi in Italia;
- Prevedere spese ammissibili comprese tra 3 milioni e 40 milioni di euro;
- Come già detto, avere una durata che va da uno a tre anni;
- Iniziare solo successivamente alla data di presentazione delle domande.
Considerando più in dettaglio i costi ammissibili, le spese eleggibili a finanziamento sono le seguenti:
- Spese di personale, unicamente nella misura in cui le risorse sono impegnate nelle attività di ricerca e sviluppo previste dal progetto. È escluso il personale amministrativo contabile e con mansioni commerciali.
- Investimenti per strumenti e attrezzature, solo nella misura e per il periodo in cui vengono impiegate nel progetto.
- Servizi di consulenza, compresi quelli necessari a ottenere licenze, brevetti e know-how.
- Spese generali di progetto e materiali.
Come detto, la misura prevede un mix di finanziamento a tasso agevolato fondo perduto.
La componente di finanziamento agevolato, a sua volta, prevede la compresenza di finanziamenti bancari e finanziamenti agevolati a valere sulle risorse del Fondo Rotativo FRI, citato all’inizio. Il totale può coprire i costi ammissibili per una percentuale variabile tra il 50% e il 70% e il tasso di riferimento non può essere inferiore allo 0,50% nominale annuo. Il finanziamento può avere una durata compresa tra 4 e 15 anni, comprensivo di un periodo di preammortamento negoziabile, comunque non superiore a 4 anni.
La componente di fondo perduto, invece:
- È del 15% come contributo per le attività di ricerca e sviluppo e l’acquisizione dei servizi di consulenza;
- Si attesta al 10% come contributo in conto impianti, per acquistare impianti e altri beni a sostegno delle attività di industrializzazione delle PMI.
Per accedere ai finanziamenti è prevista una procedura a sportello per progetti di importo complessivo fino a 10 milioni di euro e una procedura negoziata per progetti con budget superiore, proposti da un massimo di cinque imprese partecipanti.
Nelle parole del Ministro Giorgetti, la misura è strategica e contribuisce a rendere l’attuale fase di ripresa un’occasione per ripensare radicalmente i meccanismi alla base del sistema economico nazionale. “Dobbiamo sostenere le imprese italiane con tutti gli strumenti e le risorse, nazionali ed europee, che abbiamo a disposizione per favorire la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative, i processi di riconversione industriale e gli investimenti per la decarbonizzazione in settori strategici come quelli della siderurgia e dell’automotive”, ha dichiarato il ministro dopo la firma del decreto che istituisce la misura.
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